Il tema della statuaria antica quale modello per l'arte secentesca, ampiamente dibattuto anche in recenti studi, trova negli atti del convegno di Pisa nuove sollecitazioni e nuovi approfondimenti. Il rapporto tra statuaria e pittura, tra teorie classiciste e pratica artistica, tra circolazione di modelli e creazione di nuovi canoni estetici (che ha avuto nell'antiquaria l'ambiente di più fecondo sviluppo) viene qui discusso con molteplici tipologie di esempi e un'aggiornata documentazione, seguendo il fil rouge della percezione della scultura antica. Le ricerche di epoca recente hanno infatti conferito all'antiquaria un nuovo status, intendendola come laboratorio di riflessioni sull'antico in funzione del tempo presente, nonché come frutto di graduali approssimazioni alla conoscenza dello stesso mondo antico (con progressive immaginazioni sul presente e sul futuro). Tipica degli studi degli ultimi decenni è una sorta di "quadrangolazione", che in questo volume trova un'articolazione aggiornata. Si tratta di una visione che include le antichità, le collezioni, gli antiquari (intenti a ricomporre in corpus le "sparse membra" dell'antichità) e, infine, gli artisti e i committenti.