Il volume esplora il rapporto fra arte e prigionia nel mondo antico, nella prima età cristiana e nel tardoantico, e in epoca moderna, con un approccio multidisciplinare per avviare una prima indagine complessiva sul tema. L'analisi, condotta su testi letterari, documenti di archivio, materiale iconografico e musicale, prende in esame prigionieri celebri (Socrate, san Paolo, Boezio) e meno noti (come Draconzio), esuli (Cicerone, Ovidio, Seneca), martiri cristiani di area occidentale e bizantina, musicisti e personaggi dell'opera (dal Seicento fino a Dallapiccola), figure storiche di grande rilievo per la modernità (Gramsci e i resistenti tedeschi al nazionalsocialismo). Il racconto di esperienze teatrali in carcere (Roma, Pisa, Bari) mostra, infine, come il muro di separazione tra prigione e mondo esterno si possa abbattere con l'arte e la bellezza, le stesse che da sempre danno speranza e luce in mezzo alle catene.