Erede di una fortunata dinastia di capomastri attivi a Faenza e nel suo circondario, il pittore e architetto Giuseppe Boschi (1732-1802) fu uno dei più prolifici teorici presenti in Romagna durante il secondo Settecento. Lo testimoniano tanto le sue raccolte di disegni quanto i suoi discorsi letterari: un impegno che ha lasciato ai posteri un insieme di manoscritti di straordinario valore, in grado sia di chiarire le modalità d'insegnamento messe in campo nei contesti più periferici dello Stato Pontificio sia di puntualizzare le istanze di auto-rappresentazione perseguite dalla committenza locale. Approfondendo separatamente ogni elaborato - tenendo tuttavia presente il quadro complessivo - il volume indaga le invenzioni e le speculazioni di questo faentino nell'ottica di offrire un punto di vista multifocale e inedito sulla cultura e sulla società pontificia della seconda metà del XVIII secolo.