«Quando si disallestisce una mia mostra, e vedo lo spazio che per un periodo ha ospitato le mie opere (il corpo delle opere, il sublime pensiero delle opere), di nuovo vuoto, quel vuoto risuona dentro il mio corpo, come un vuoto da colmare. Allora penso a quell'energia che si è sviluppata nei vari incontri con il pubblico, energia scambiata con altri corpi, le parole delle opere che hanno dato origine e opportunità di creare un'interazione e dialogo con i visitatori/osservatori. Penso alla polvere persa dai nostri corpi, all'aria comunemente respirata in quello spazio. Allora mi chiedo: dov'è tutto questo? Ecco l'idea di far confluire tutto ciò in questo mio progetto. Mi piace pensare che quest'opera invisibile, fluida come l'aria, la polvere, l'energia, il pensiero, abbandoni lo spazio circoscritto della sala, e si espanda per il museo creando contatto e interazione con le opere permanenti del museo, determinando un dialogo tra passato e presente.»