Non è cosa semplice parlare di Gabbris Ferrari, artista proteiforme che ha percorso i vari campi dell'arte figurativa e del teatro, sempre alla ricerca dell'aletheìa. Nel testo si tenta un approccio "diverso" esaminando nelle varie opere di Gabbris gli aspetti che sembrano emergenti: il tempo, lo spazio, il viaggio, il fiume e l'acqua, il Polesine, la sua terra da lui amatissima e considerata la sua Itaca, la giovinezza, il suo modo sperimentale di fare teatro. Sono momenti che tornano continuamente e che caratterizzano le pagine del breve essai che non poteva non avvalersi delle numerose verifiche pratiche che si evincono dalle tavole e dalle illustrazioni riprodotte nonché dai bozzetti teatrali riportati. L'autore si augura che il lavoro costituisca un contributo per una più approfondita conoscenza di Gabbris, per tener viva la sua Weltanschauung attraverso la fiamma grande e inesauribile della sua arte.