"Questa non è la mia storia o un entusiastico racconto di viaggio, di quelli che sempre più spesso affollano gli scaffali. Sono passati tredici anni da quando mi misi per la prima volta in viaggio sul Cammino di Santiago, tredici anni e il cerchio ormai si è chiuso, ma forse le domande sono rimaste ancora quelle di allora. Ho camminato e pedalato per 18.000 e più chilometri dopo che un calcio violento mi spinse sulla strada, ho attraversato un pezzo d'Europa, partendo più volte anche da casa, verso mete di cui avevo letto e studiato fin da giovane universitario. Ma perché da solo? Non ho mai saputo dare una piena risposta a questa domanda, spesso ripetuta fino alla nausea da amici e famigliari. Come spiegare che sui cammini, come nella vita, non si è mai soli ma in perenne compagnia di se stessi, della nostra storia, di quello che siamo stati o avremmo voluto essere, di ciò che a volte semplicemente abbiamo paura di vedere? È forse questo, in un mondo sempre più frenetico e consumistico, il fascino delle antiche vie, sentieri imboccati per le più svariate ragioni, ma capaci di farci riscoprire noi stessi per poi saper condividere la nostra esperienza con gli altri." (L'autore)