Se esiste una scienza della corsa sulle lunghissime distanze, essa deve necessariamente rinunciare a ridurre tutto ai numeri, alle tabelle, ai grafici; in poche parole, alla performance. Ciò che serve invece è una visione olistica dell'ultramaratona, alla scoperta di ciò che essa prima richiede e poi restituisce a coloro che vi si dedicano seriamente. Nicola Placucci, medico chirurgo, laureato in filosofia, è un appassionato runner: negli anni ha percorso alcune delle ultramaratone più importanti, dalla Nove Colli Running in Italia alla Spartathlon in Grecia, dalla Brazil 135 in Brasile alla Badwater 135 in California, per citarne solo alcune. In questo libro propone una visione inedita della corsa e del correre, lontana dall'asettico rigore scientifico in voga ai giorni nostri e più vicina allo spirito che animava i nostri progenitori, che percorrevano lunghe distanze per procacciarsi di che vivere. Una visione che nasce da un'esigenza sempre più sentita da atleti e semplici runner tutte le volte in cui si mettono a correre: «fuggire» via da una vita frenetica e meccanica, che ci vuole sempre più ingabbiati in un sistema dove i numeri e l'immagine la fanno da padroni, per ritrovare un contatto vero con la nostra natura profonda di esseri liberi e unici.