Gli storici playground di Venezia e Mestre disegnano una mappa delle città, la distribuzione di una gioventù, un tempo numerosa, che affollava patronati e strutture all'aperto. I derby spiegano la genesi di una sfida che appassionava le città. Le storie dei giocatori, che hanno fatto vivere a Venezia e Mestre stagioni di gloria, emozionano ancora oggi a distanza di anni. Sono più di cento i campetti mappati, equamente divisi da una sponda e l'altra del Ponte della Libertà. Ripercorrere le avventure di chi li ha consumati - un centinaio le voci presenti nel libro - consente di ricostruire i contorni di una rivalità sportiva tra Reyer e Basket Mestre, che pur nella sua disparità di forze, ha infiammato per almeno quindici anni un Comune di trecentomila abitanti complessivi, capace di esprimere tra i Settanta e gli Ottanta due realtà in Serie A. Nei playground sono passati grandi allenatori, tra i quali Ettore Messina tuttora primatista di titoli conquistati, arbitri internazionali come Stefano Cazzaro che ha diretto finali scudetto e di Eurolega, il presidente Pieraldo Celada che dai campetti mestrini ha selezionato e lanciato fior di talenti.