Quel manipolo di persone, cui vanno ascritti comunque molti meriti, si muoveva come un gruppo coeso, una squadra in missione, una setta. Dentro quei ritrovi autoreferenziali, da dove erano esclusi con scherno coloro che non facevano sacrifici alla religione del piede perno e non sapevano riconoscere al volo uno schema e la sua provenienza, era richiesta una buona dose di integralismo protezionista. O con noi o contro di noi. Bianchini non ha mai voluto essere rinchiuso nell'aria viziata di quelle stanze zeppe di diagrammi e con le finestre sempre chiuse. Da qui scaturiva la diffidenza verso di lui, che sembrava essere sfuggente, capace di rifugiarsi in un altrove interdetto ai savonarola del blocco cieco. Anzi, in tanti altrove. Quelli dove aleggiavano Nietzsche e Carmelo Bene, Mozart e un pianoforte, una moglie e i figli, lo stupore e la curiosità per il mondo al di fuori del palazzetto. Lì il protagonista di questo libro e lo constaterete a ogni capitolo, era a suo agio quanto in palestra, con grande scorno dei crociati della pallacanestro. Eppure il suo pedigree era inattaccabile! ...