"Che si dica 'pole pole', dallo swahili, o 'kalipè' come dicono ai piedi delle montagne himalayane, l'augurio rimane lo stesso: camminare a passo lento e corto, rendendo unica l'emozione del viaggio." Nato dall'esperienza di un'escursione sul Kilimangiaro, lontano da casa, in un altro continente, questo libro vuole essere un'esortazione ad ampliare lo sguardo, a guardare oltre il confine, per scoprire che quel confine non ci divide, ma in realtà ci unisce. Nasce una nuova consapevolezza dal trovare i punti di contatto con quello che è "apparentemente altro" da noi, che si tratti di un'altra cultura o di un ghiacciaio dall'altra parte del mondo. Mai come in questo momento storico il mondo è interconnesso: le riflessioni dell'autore, stimolate da questo nuovo viaggio, affrontano temi come i cambiamenti climatici e culturali, il modificarsi dei confini e il loro diventare sempre più labili, la paura del futuro dei giovani. Questi mutamenti possono e devono necessariamente trovare una nuova chiave di lettura che ci permetta di comprenderli. Solo il "noi", che ci mette in relazione con tutto ciò che è lontano, distante dalla nostra quotidianità, può darci la forza di cambiare, per diventare protagonisti attivi di un nuovo modo di pensare e agire.