Il Grande Uruguay dei "Los Invencibles", una squadra capace di vincere tutto e creare uno stile di gioco per l'epoca altamente particolare e innovativo, passi oggi quasi in secondo piano, accantonato e ignorato dalla frenesia dei ritmi contemporanei, dall'impellenza della fredda attualità, dalla superficialità di certe analisi. Quell'Uruguay paga pegno, nelle valutazioni di numerosi addetti ai lavori del presente, perché non c'era la tv e i pochi filmati e le immagini che sono pervenute fino a noi sono sbiadite, consunte, segnate dall'incedere del tempo. Paga pegno perché era un calcio di un periodo lontano, intriso di romanticismo, ma anche avvolto nel dilettantismo, dove i calciatori erano onesti lavoratori e non macchine per fare soldi. Ma la "colpa" è nostra, non loro. La "colpa" è di chi dimentica e trascura. Di chi preferisce osservare da lontano. Di chi non entra in profondità. Di chi pensa che lo sport prima di un determinato periodo non meriti abbastanza considerazione e abbastanza rispetto.