Già da diversi decenni la Val d'Adige riceve una buona frequentazione sulle pareti che sovrastano il grande fiume. Fino a non molti anni fa, però, gli arrampicatori si soffermavano sulle pareti più incombenti, quelle che, passando in autostrada o sulla statale, attirano l'attenzione degli appassionati. Si tratta delle pareti sul Monte Cimo, sopra il paese di Brentino, dove gli itinerari aperti sono in genere di alto livello. Lo stesso si può dire per le bellissime pareti sulla Chiusa di Ceraino. Il fiume, infatti, quasi alle porte di Verona abbandona la larga vallata per incunearsi in una stretta forra dove le pareti sono praticamente a pelo d'acqua. Anche queste sono state scalate fin dagli anni '70. Stranamente non si è mai data attenzione alle pareti, visibilmente più abbattute quindi più facili, che lambiscono il fiume poco più a sud del Monte Cimo ed esattamente sul Monte Cordespino, sopra il paese di Tessari. Solo da meno di 10 anni a questa parte si è iniziato a valutare che, proprio grazie alla facilità di accesso, di rientro, ma soprattutto di salita, queste pareti avevano la loro ragione di esistere. E così, alpinisti e arrampicatori, soprattutto veronesi, hanno trovato un terreno vergine tutto da esplorare. In pochi anni sono nate decine di vie adatte ai tanti che, per capacità o voglia, si divertono senza particolare stress, diventando ben frequentate anche dai corsi del CAI o delle Guide Alpine. Questa guida contiene le relazioni di più di 150 vie di bassa e media difficoltà. Gli autori hanno messo il tetto degli itinerari con difficoltà massima di 6b (a parte rari casi), e comunque bene attrezzate, per quelle sportive, o facilmente integrabili per quelle alpinistiche, con accesso e discesa comodi.