Il calcio è irriconoscibile. L'obbligo di giocare sempre e ovunque ha sfondato il tetto dei calendari e delle stagioni: l'ultimo Mondiale in Medio Oriente, a ridosso del Natale, ha segnato una strada da cui forse non si torna. Ogni nazione l'ha patito, ma nessuno ha potuto opporsi. Maurizio Crosetti ci guida alla scoperta di questa nuova frontiera tra calendari impazziti, tifosi in fuga dagli stadi, maglie di gioco assurde, prezzi alle stelle, crisi finanziaria, moviole in campo e stadi/supermarket. Oggi possiamo costruirci il calcio che vogliamo, costretti però a sottoscrivere due, se non tre abbonamenti per accedere alle varie piattaforme «pay». Possiamo montare il nostro palinsesto come una libreria svedese, oppure possiamo comprare i gol come un libro su Amazon. Tutto molto bello. Ma tutto «troppo». Il calcio è diventato l'istinto di bambini che si credono Einstein. Lo ha catturato una smania numerica, statistica e tattica che vorrebbe interpretare il gioco come una scienza esatta, come se usando il famigerato algoritmo così di moda si potesse ridurre tutto a previsione certa. Invece, bastano un ciuffo d'erba o un colpo di vento per rovesciare ogni logica. Chi ha rubato il pallone? è un libro che sorvola gli stadi e ne mostra cambiamenti e resistenze, le novità inarrestabili accanto al senso immortale. Un colpo d'occhio per tentare di capire le ragioni di questa attrazione repulsiva. Ci sarà un motivo se amiamo ancora così tanto il pallone, e ci sarà un motivo se a volte ci sembra di non sopportarlo più. Vecchi coniugi del calcio, siamo irresistibilmente legati ai ricordi, ma anche a un brivido che non finisce. Perché racconta la nostra vita.