Al termine del campionato 1926-27, vinto dal Torino, due giornali, a Milano e a Roma, diffusero strane voci su una "combine" di qualche settimana prima: alcuni giocatori della Juventus si sarebbero venduti il derby per una ingente somma di denaro sborsata da un dirigente del Torino. Il presidente della Federcalcio, Leandro Arpinati, al contempo podestà di Bologna e sottosegretario nazionale del Partito, aprì un'inchiesta ufficiale. Dopo poche settimane, arrivò il clamoroso verdetto: revoca dello scudetto al Torino, squalifica a vita per i dirigenti granata, a partire dal presidente Marone Cinzano, e per il giocatore Allemandi. Il mistero non finisce qui: lo scudetto doveva passare al secondo classificato, cioè il Bologna, ma il bolognese Arpinati oppose un secco rifiuto e il titolo restò non assegnato. Il giornalista e storico Carlo F. Chiesa ha ripreso in mano le carte dell'indagine, ne ha trovate di inedite e ha risolto il "giallo". Tutta la verità sull'intricata vicenda e i suoi avvincenti sviluppi. Fino alla clamorosa soluzione, che potrebbe portare il famoso scudetto non dato a tingersi di rossoblù, come l'ottavo della gloriosa storia del Bologna...