Immaginatevi sulla cresta di una cerchia di colline. Sul lato esterno, si estende la giovane Pianura Padana. Solo a nord, la cinta si apre sull'imboccatura di un'ampia valle, dalla quale discende una poderosa lingua di ghiaccio, che si estende a colmare il catino racchiuso dai rilievi ad anello che state percorrendo: un lago di ghiaccio, spesso diverse centinaia di metri, esteso per un raggio di decine di chilometri. Era questo il panorama che avreste potuto apprezzare decine di migliaia di anni fa. Ora, al posto del ghiaccio, restano a ricordarci il passato decine di laghi e, a cingere una fertile pianura, un anfiteatro di alte colline, possenti mura di un castello ormai abbandonato. L'itinerario parte dalla capitale del canavese, fondata dai Romani in strategica posizione: Ivrea. Si attraversa il territorio dei cinque laghi e delle terre ballerine, che offrono esperienze e scorci indimenticabili, per salire poi ad Andrate, paese dal sapore montano. Da qui, per venticinque chilometri si percorre la cresta della Serra d'Ivrea, un'incredibile collina morenica disposta in linea retta, unica al mondo, che da lontano appare come l'onda di un gigantesco tsunami. Incontriamo altri laghi, tra cui il più esteso di quelli generati dal ghiacciaio Balteo. Il lago di Viverone è il terzo lago piemontese, e conserva resti di villaggi su palafitte risalenti all'età del bronzo. Un itinerario insolito, inaspettato, che regala chilometri di quiete assoluta.