Francesco Amalfi emerge come simbolo di coraggio e dedizione nella cavalleria italiana del Novecento, nonostante non abbia lasciato opere firmate. La sua eredità si manifesta attraverso contributi nella rivista "Il Cavallo Italiano" e una collezione di manoscritti e lettere curati da Mario Gennero. Questi documenti, seguendo l'insegnamento pionieristico di Federico Caprilli, insieme a fotografie d'epoca, illuminano l'amore di Amalfi per l'equitazione e l'innovazione, offrendo un tributo alla sua figura e ispirando le future generazioni.