"L'alpinismo senza-guida emerge dalla storia per assurgere a chiave di lettura, o meglio di rilettura, di un lungo periodo della storia dell'alpinismo e, forse, anche di molte delle contraddizioni che ancora oggi affliggono il mondo dell'alpinismo, in particolare di "casa nostra". L'imponenza della documentazione consultata e pubblicata, a volte in prima traduzione italiana, pone fondamenta solide e sicure ai ragionamenti e alle considerazioni sviluppate, sorrette anche dalla consueta logica ed acutezza del ragionamento degli autori. La pubblicazione getta luce nuova sul fenomeno dell'alpinismo senza-guida, ridefinendone la natura, essenzialmente contingente e storicamente limitata, di movimento innovativo nato per reazione ad un sistema consolidato di praticare l'alpinismo, ma anche destinato a vedere esaurita la propria funzione una volta che "la differenza tra l'alpinismo senza-guida e con-guida iniziò a perdere di significato fino a scomparire". La consapevolezza di questo importante contributo storico del movimento dei senza-guida conferma il mio orgoglio di far parte del Club Alpino Accademico Italiano (fondato nel 1904) che, si fece portavoce del cambiamento e rafforza anche la mia convinzione che oggi sono profondamente cambiati i motivi ideali che discriminano l'alpinismo che condividiamo e apprezziamo dalle forme che non condividiamo e che cerchiamo di non incoraggiare. Sebbene le mie considerazioni vadano oltre la presentazione del libro, ne traggono origine. Questo importante studio stimola in ognuno un approfondimento della tematica dell'andare in montagna e della sua evoluzione storica. Tutto questo, ed è un pregio non comune dell'opera, è proposto in una organica narrazione che non perde mai fascino". (Dalla Presentazione di Alberto Rampini, Presidente del Club Alpino Accademico Italiano).