Questo saggio di antropologia visuale ha un presupposto estetico, prende le mosse da una serie di fotografie ispirate da una manifestazione di bellezza. Il terreno di ricerca è stato l'Africa, l'oggetto di studio il gioco del calcio, qui trattato come realtà polisemica e metafora antropo-poietica. La bellezza è stata considerata quale ricerca di umanità, etimologicamente azione significante del termine colere, dal quale deriva la nostra parola cultura. Una cultura, quella del calcio africano, espressa attraverso un fare umanità costruito con le pitture corporali e la musica tradizionale, attività messe in atto dai tifosi di calcio. La metafora aurifera, che da il titolo a questo lavoro, è sempre ricorrente nei rapporti tra Africa ed Europa a partire dal 1300, quando i carovanieri del deserto iniziarono il commercio del prezioso metallo. Completano e connotano in maniera autoriale questo saggio, il reportage fotografico dell'autore e una serie di racconti autobiografici.