Questo libro è un'analisi di alcuni grandi miti folklorici (il carnevale, la cuccagna, il sabba) nei loro rapporti con le pratiche culinarie, e al tempo stesso una ricerca sulla dimensione alimentare e corporale delle cosmogonie popolari nella loro interazione con la letteratura aristocratica. Piero Camporesi, con la sua capacità di scavare negli anni della cultura alla ricerca «non dell'Italia delle parole, ma quella dei fatti e dei documenti», ci porta attraverso, lo spettro della fame e le delizie della cucina, tra giganti e uomini-gallina, ciarlatani e mendicanti. Vengono così esplorate le varie forme della scrittura, dal teatro di piazza alla poesia di corte. Passando dal Medioevo al Rinascimento, comprendiamo come la vitalità della cultura bassa abbia agito sulle arti più nobili.