Nell'età della chirurgia estetica, delle biotecnologie, delle interfacce informatiche, del controllo farmacologico sulla performatività, la perfusione del corpo nella tecnosfera e parimenti l'infiltrazione della tecnologia nell'organismo assume oggi una rilevanza perspicua. Il volume mira a sondare il rapporto tra soma e techne, relazione che non ha certamente avuto origine oggi, poiché inevitabilmente ogni tecnopoiesi interviene sul vivente cambiando l'ordine dei fattori in gioco e retroagisce sul profilo di chi la utilizza. La tecnica dimensiona l'organo e gli fa intraprendere un nuovo percorso di strutturazione, vale a dire che come un retrovirus essa penetra il vivente e si integra nelle sue componenti. A questo punto, appare evidente come il corpo rappresenti nell'età contemporanea uno dei fulcri di discussione sia per quanto concerne lo sviluppo tecnoscientifico, sia per quanto concerne la sfera dei diritti umani e delle coordinate di interpretazione antropologica e sociale, come già intuito nel concetto foucaultiano di biopolitica. L'intento di questo volume è quello di delineare le differenze significative nell'ermeneutica del corpo tra il pensiero umanista e quello postumanista, differenze che meritano di essere conosciute perché stanno caratterizzando il dibattito odierno e sempre più daranno luogo a progetti antropo-poietici divergenti.