Questo libro è qualcosa di particolare; tanto per cominciare, una confessione, forse un testamento. Si rivolge infatti a tutti, credenti e no, pur offrendo una chiara prospettiva interpretativa del mondo. Lo leggiamo ovunque, i giovani stanno vivendo una crisi epocale. Psicofarmaci, anoressia, bulimia, neet, videogiochi, paura dell'altro, paura del futuro, assenza di radici. Senza passato, in cerca di "un padre e di una madre", senza futuro. È venuto meno ogni sistema di credenze, senza il quale nessun valore ha un valore. I giovani, appunto. Una categoria "maledetta" dal mondo contemporaneo, cui la scuola e le varie agenzie di socializzazione sembrano proporre come modello centrale, per la vita, la lotta competitiva. Il rapporto con i ragazzi e le loro domande, le loro paure, le loro infinite confusioni, tesse la trama di queste pagine, nelle quali sono raccolti più di trent'anni di lezioni, di confronti, di dialettica, di tenerezza, di speranza, emersi dal confronto con gli studenti delle scuole superiori. Il tema centrale, lo avrete capito, è la vita; luogo della finitudine e della speranza.