Ad oggi la gola, come espressione di picchi e valli del consumo di alimenti, può assumere la connotazione di un disturbo del comportamento, e non più solo quella del peccato capitale. La bulimia e l'anoressia, due facce della stessa medaglia, sono entrambe patologie gravi sempre più diffuse tra gli adolescenti e i giovani adulti. L'adozione di pratiche ossessive ed inconsulte, come le abbuffate e i comportamenti compensatori, accosterebbero la bulimia alla tossicomania, al bisogno impellente di trovare un rimedio ad un vuoto non altrimenti gestibile né tantomeno mentalizzabile. È questo il dettame del vissuto tossicomane: un'interruzione, una lacerazione dentro. Un buco da riempire in assenza di uno scopo e che fornisca, nella gioia drogastica dell'atto, il significato di un tempo ormai perduto. "Assieme alla lussuria" dice Cesare Marchi, "la gola è il vizio più confessabile. Nessuno si vanterà pubblicamente di essere invidioso, avaro, tracotante, iracondo, negligente. Ma nessuno si vergognerà di dire che va matto per le profiteroles".