Un'onda crescente di lavoratori, provenienti da settori diversi e con motivazioni variegate, ha deciso, a partire dall'estate 2021, di abbandonare il proprio impiego in modo massiccio e improvviso, per andare alla ricerca di una nuova identità professionale. Per qualcuno è stato un lento e doloroso processo di presa di coscienza, per altri una necessità improvvisa; c'è chi ha deciso che doveva cambiare vita e chi è stato gentilmente accompagnato all'uscita. È il fenomeno della great resignation, delle «grandi dimissioni», che non solo sconvolge il tradizionale concetto di stabilità lavorativa, ma pone anche interrogativi cruciali sulla natura del rapporto tra datore di lavoro e dipendente, sia dal punto di vista salariale che valoriale, culturale e identitario. Con la pandemia ci siamo ritrovati di fronte a uno stravolgimento dei tempi e dei modi di lavoro, dallo smart working al ripensamento degli obiettivi personali ed esistenziali, fino alla pratica di nuovi modelli di work-life balance. Matilde Gulmanelli ci guida alla scoperta delle grandi dimissioni, ma anche di fenomeni come il quiet quitting, il quiet hiring e il quiet firing. Attraverso la lente della generazione dei grandi dimissionari e alcune loro testimonianze dirette, in questo volume ci immergiamo nei contesti che hanno contribuito a plasmare e diffondere il fenomeno anche in Italia, ponendoci interrogativi critici sulla soddisfazione lavorativa, sull'equilibrio tra vita privata e professionale e sulla resilienza delle aziende di fronte a un tale flusso di risorse umane. Prefazione di Orietta Ruccolo e Lorenzo Benassi Roversi. Introduzione di Silvia Degl'innocenti.