La liveness è una parola chiave per lo studio dei media e della performance: permette di cogliere dinamicamente le trasformazioni del senso dell'"essere in presenza" nella contemporaneità mediatizzata. Osservare la liveness in termini di gradienti mostra il carattere molteplice, contingente e talvolta ideologico della categoria del live, ma anche il valore che industrie e utenti vi attribuiscono. Il concetto di liveness riguarda la qualità che attribuiamo all'esperienza di partecipare "dal vivo" a un evento e al tipo di presenza nello spazio e nel tempo che la nostra partecipazione può assumere: essere "dal vivo" nella nostra epoca, con chat, streaming, smart working, didattica online, può assumere sfumature molto diverse. Sebbene la liveness sia un oggetto di studio proveniente dal campo dei performance studies e dei media di massa, ha assunto negli ultimi anni un decisivo interesse interdisciplinare poiché il moltiplicarsi degli ambiti del live ha complessificato la definizione delle condizioni sufficienti o necessarie della liveness. Il presupposto da cui il volume muove è che, proprio per questa complessità delle esperienze possibili dal vivo, è necessario ricostruire le tracce del processo co-evolutivo tra performance e mediatizzazione. E lo fa partendo da un quesito di fondo: perché studiare la liveness? Perché rappresenta una parola chiave per lo studio dei media e della performance, al pari di altri concetti ormai classici come quelli di "rimediazione", "convergenza" o "ibridazione", perché permette di cogliere dinamicamente le trasformazioni del senso dell'"essere in presenza" nella contemporaneità. Se da una parte il digitale mostra il carattere molteplice, contingente e talvolta ideologico della categoria del live, dall'altra il valore che industrie e utenti vi attribuiscono non sembra svanire, divenendo al contrario la cifra che caratterizza l'attuale cultura dei media.