Mai ripubblicato dopo le due edizioni ottocentesche, L'uomo bianco e l'uomo di colore di Cesare Lombroso mostra le origini del pensiero antropologico dello scienziato italiano: le letture giovanili, aggiornate e internazionali; l'interesse per la geografia e la storia delle popolazioni; la genesi della teoria atavistica e una prima riflessione sul mondo criminale; e soprattutto quel tipo di ragionamento fondato sulla descrizione fisiognomica e sulla classificazione che caratterizza negli anni successivi l'analisi delle varie forme di minorità. Con i suoi numerosi ed evidenti pregiudizi questo testo contribuisce ad una conoscenza critica rinnovata delle origini dell'identità italiana.