"Il dominio del dono" riunisce e sintetizza in forma organica la maggior parte dei fili pazientemente intrecciati da Alain Caillé e dai suoi amici del Movimento Anti-utilitarista nelle Scienze Sociali (MAUSS). Per quasi quarant'anni il MAUSS non ha mai smesso di criticare l'ascesa dell'economicismo e di contrastarlo sviluppando le intuizioni contenute in quel paradigma potente - quello del dono -, implicito nel Saggio sul dono di Marcel Mauss (1925). Un'opera di straordinaria attualità la cui lezione fondamentale è che l'uomo non è sempre stato «un animale economico paragonabile a una macchina calcolatrice»: le prime società non erano organizzate secondo i principi del mercato, ma secondo il «triplice obbligo di dare, ricevere e ricambiare». Ma ciò che più conta è che le società contemporanee non potrebbero reggersi senza le pratiche di dono. Si tratta di un paradigma che non ha nulla a che fare con ciò che molto spesso intendiamo per «dono» - un gesto altruistico, simile alla carità o al sacrificio. «Il dono», spiega Caillé, «è un atto carico di ambivalenza, in un certo senso disinteressato, ma per altri aspetti non meno interessato, e al contempo gratuito e obbligatorio».