In occasione del centenario della nascita di Claude Lévi-Strauss, per onorare il grande maestro, Marino Niola offre una raccolta di saggi e articoli in cui alcune tra le principali voci della cultura del Novecento incontrano l'opera dell'antropologo che più ha inciso sul pensiero del secolo breve. Ne emerge un confronto serrato con diversi campi disciplinari - dalla filosofia alla sociologia, dalla storia alla critica letteraria, dalla linguistica alla psicoanalisi - a testimonianza di un pensiero da sempre fuori di sé, che travalica senza posa la sfera dell'antropologia; ulteriore attestazione dell'impossibile tracciabilità di confini fra i saperi, fra le culture. È il riconoscimento a un pensiero traboccante e quanto mai fecondo che ha scelto, con determinazione, di porsi in permanenza altrove, nel luogo proprio dell'etnologia, di questa conoscenza ai confini di ogni conoscenza che, come ha scritto Foucault, si offre programmaticamente come "perpetuo principio d'inquietudine, di problematizzazione, di critica e di contestazione": una metodica dello spaesamento, una poetica dello sguardo da lontano.