Afflitta, invasa, colpevolizzata, divisa e a tratti subalterna, l'Europa è considerata "il malato del mondo": una vecchia Civiltà in declino, che molti vorrebbero cancellare dalla storia. Eppure, nonostante tutto, il nostro continente resta un riferimento imprescindibile e continua ad avere potenzialità sterminate. Il centro studi Kulturaeuropa - nel convegno "Eurotecnica", qui trascritto nei suoi Atti - ha tracciato le linee guida per una futura riconquista: dal vulnus politico dell'Unione Europea agli orizzonti della cultura; dal rapporto con l'Intelligenza Artificiale alla sfida della tecnica; dalla transizione energetica al sistema bancario e monetario, passando per la biopolitica, per l'universo digitale e per le scelte industriali. Negli anni a venire, che saranno decisivi in ogni ambito, l'Europa ha il dovere di svincolarsi dalle dipendenze in atto, recuperare una centralità e acquisire un nuovo spazio d'azione. Rigenerarsi o perire: è questo il nodo che abbiamo il dovere di sciogliere, coniugando accelerazione e fedeltà alle origini, capacità di movimento e centralità identitaria, quiete spirituale e volontà di potenza.