Una riflessione sulla ricorrenza della guerra, della migrazione, dell'ospitalità, dell'incontro con l'alterità e sulla necessità di progettare nuovi orizzonti esistenziali. Nelle pagine di questo libro, prendendo spunto dalle testimonianze raccolte intervistando uomini, donne e ragazzi fuggiti dalla guerra in Ucraina, si è voluta restituire la pregnanza di condizioni esistenziali che trascendono la condizione dei profughi ucraini e i punti di vista di mediatori, psicologi e educatori, arrivando a toccare i nodi più profondi della complessità dell'umano. Siamo fragili e forti, cerchiamo certezze ma incontriamo cambiamenti, pensiamo di amarci e repentinamente ci odiamo, molto spesso siamo goffi nel dare e ricevere aiuto, eppure dialoghiamo. Siamo vivi e dialoghiamo. Finché non cominciano a cadere le bombe, e la guerra si impone...