"Connessi e abbandonati" è una bussola per orientarsi fra i paradossi del mondo contemporaneo: persone compulsivamente attive nelle reti sociali online; al tempo stesso, sempre più isolate, distanti, autocentrate. "Connessi e abbandonati" promuove una riflessione critica sull'ipercomunicazione. Non sempre garanzia di qualità del nostro co-abitare. Perché nell'eccesso di messaggi comunicativi si possono annidare e proliferare molti dei mali che affliggono il presente: solitudine, violenza simbolica, linguaggio d'odio, discriminazione, sessismo, bullismo. "Connessi e abbandonati" si propone come un manifesto per far risorgere l'attenzione all'«altro» e alla dimensione sociale, autentica impalcatura di tutti i nostri rapporti comunicativi. "Connessi e abbandonati" suggerisce un percorso verso una nuova politica della comunicazione: spazio (e possibilità) di relazione; salvaguardia e rispetto delle differenze. E della vulnerabilità. Se ne consiglia la lettura a quanti sono convinti che il problema della comunicazione non si risolve con massicce e sofisticate comunicazioni. Perché la potenza la potenza, la precisione e la pervasività delle tecnologie mediali vanno rimediate e bilanciate.