Per i nati con Trisomia 21, la sindrome di Down, questo è il momento migliore. In Occidente la loro speranza di vita sfiora i sessant'anni, un traguardo ritenuto impossibile fino a pochi decenni fa, e soprattutto le loro condizioni di vita hanno subito un radicale cambiamento: sono praticamente autonomi in tutto e mostrano una grande voglia di fare, di esprimersi, di realizzarsi, che trova sbocchi sempre più significativi e apprezzabili. Vi è un crescente numero di down che lavorano, non soltanto in ambiti protetti, mentre si restringe fino alla marginalità la quota di quelli costretti a vivere tra le mura domestiche. Nel 2016 si terranno a Firenze i primi Trisomia Games, i giochi internazionali di atletica a cui parteciperanno giovani affetti da Trisomia 21 provenienti da ogni parte del mondo. Eppure proprio Firenze e la Toscana rappresentano una delle punte più avanzate della sparizione dei down attraverso il combinato disposto della diagnosi prenatale e dell'interruzione volontaria di gravidanza in presenza di feti affetti da questo difetto genetico. È la formidabile contraddizione che attraversa oggi non già il mondo dei down ma la nostra cultura e i nostri valori alle prese con questo mondo: per un verso offriamo loro prospettive sempre migliori, e per un altro cerchiamo di evitare in tutti i modi che vengano al mondo. E infatti si stanno estinguendo in tutta Europa, nel silenzio generale, se non proprio nella soddisfazione sottilmente eugenetica per un tale risultato.