Con gli assalti a Capitol Hill del 6 gennaio 2021 appare sulla scena mediatica il nome di un movimento, QAnon, subito definito una "teoria del complotto". Bollato come una bizzarria irrazionale, il largo successo di questo fenomeno viene presentato nel dibattito giornalistico come un delirio collettivo, la cui origine resta pressoché inspiegabile. Il presente volume affronta questo nodo insoluto, proponendo un'analisi etnografica-digitale (altrimenti detta netnography) di alcuni gruppi italiani afferenti a tale movimento. Deviando dai canoni classici dell'antropologia politica, generalmente incentrati sull'osservazione di pratiche politiche strutturate, il saggio indaga le ragioni dell'accettabilità di forme ideologiche estremistiche e la loro vicinanza ai patrimoni simbolici e valoriali dominanti, le strategie di affiliazione e i percorsi della radicalizzazione. Affiancando ricostruzioni storiche, descrizioni etnografiche e interpretazioni teoriche, "Q non organizza rivolte" insegue le traiettorie del conflitto sociale contemporaneo, teso tra esplosioni protestatarie, conservazione dell'esistente e avanzata delle destre.