Nella storia del Sud, si nasconde una tragedia spesso dimenticata: le donne che si opposero, le compagne dei "briganti". La storiografia dell'epoca risorgimentale le etichettò spesso in modo sprezzante come "drude" o donne dissolute, interessandosi a loro principalmente per soddisfare la curiosità sensazionalistica dei lettori di romanzi popolari. Tuttavia, un approccio obiettivo a queste donne brigantesse oggi ci consente di riconoscere la loro sofferenza, che era condivisa da gran parte della popolazione meridionale. Alcune di loro si ribellarono armate, affiancando i loro uomini, altre le seguirono nella vita da latitanti, mentre altre ancora fornirono supporto in vari modi, garantendo loro le risorse essenziali per sopravvivere nelle zone impervie. Le brigantesse si rivelarono spesso più feroci degli uomini, abili nell'uso di coltelli e fucili. Avevano un coraggio inesauribile e agivano con passione. Erano eroine, talvolta crudeli, talvolta sottomesse, ma più spesso indipendenti e libere, anche nella gestione delle loro relazioni amorose. Erano fieramente orgogliose di lottare per sé stesse, per la propria terra e per l'indipendenza del Sud.