Il volume espone i risultati di una lunga ricerca sulle montagne occitane del Piemonte e, in particolare, sulle valli del Cuneese. Il terreno oggetto d'indagine si trova nelle Alpi Marittime e Cozie, una porzione dell'arco alpino che per i suoi requisiti morfologico-territoriali, economici e sociali è in buona parte compresa nelle cosiddette aree interne: territori nei quali una percentuale rilevante della popolazione ha difficoltà ad accedere ai servizi essenziali di cittadinanza. Sono vallate che fanno parte dell'"Italia vuota", territori caratterizzati da un lungo inverno demografico che, nei contesti alpini, si fa sovente acuto e critico. I temi oggetto del libro sono essenzialmente tre: miti, riti e cibi, tre ambiti classici dell'analisi etnoantropologica che sembravano necessitare di una nuova rilettura culturale nel contesto specifico del territorio indagato. Fra le molte mitologie che popolano l'immaginario di queste terre alte si approfondisce quella dell'orso, animale mitico europeo per eccellenza. Per quanto attiene ai riti, si analizza in particolare laBaìo di Sampeyre, una delle più ampie e complesse cerimonie dell'intero arco alpino, seguita con continuità sin dai primi anni Novanta. L'attenzione alle pratiche gastronomiche messe in atto nei contesti cerimoniali delle valli occitane si è concentrata sulla festa di sant'Anna, organizzata dall'omonima badia, che si svolge l'ultima domenica di luglio nella borgata Castellaro di Celle Macra (Cuneo). Si tratta della festa che maggiormente aiuta a comprendere la relazione tra l'istituto della badia e la dimensione materiale e simbolica del cibo nella montagna occitana.