«Alla fine del 1993 inciampai - è la parola giusta - nelle venti pagine della mia conferenza (di Delhi del 1985). Le rilessi e mi resi conto di quanto fossero insufficienti. Decisi allora di ampliarle, ma poi, insoddisfatto, riscrissi tutto da capo. Il risultato fu questo piccolo libro. Non si tratta di memorie, ma di un saggio che si propone, con qualche rapida annotazione, di rispondere a una domanda, al di là degli aneddoti personali: come vede uno scrittore messicano, alla fine del ventesimo secolo, l'immensa realtà indiana? Non si tratta di memorie, ripeto, né di rievocazioni [...]. Offro solo immagini fugaci dell'India: indizi, barlumi, realtà percepite fra luci e ombre. Questo libro non è fatto per gli specialisti; non è figlio del sapere, ma dell'amore».