L'attuale "civiltà del lavoro" nata in seguito a due grandi rivoluzioni scoppiate quasi in contemporanea alla fine del XVIII secolo, quella socio-politica francese e quella industriale inglese, volge ormai al termine. L'automazione procede a grandi passi. Non è lontano il giorno in cui i robot sostituiranno le persone. Ma il lavoro significa anche reddito. Come potrà l'uomo provvedere ai suoi bisogni senza più un reddito disponibile? E come impiegherà il tempo libero che avrà a disposizione? Come si strutturerà la società del futuro? Alle tante rivoluzioni che si sono succedute negli ultimi due secoli (economiche, politiche, sociali, di costume) deve ancora aggiungersi quella che va considerata la più importante di tutte: "la rivoluzione religiosa". Le immense possibilità che, grazie al progresso scientifico e tecnologico, si sono spalancate dinnanzi al genere umano, non possono trovare impedimenti in concezioni esistenziali superate e non in grado di stare al passo coi tempi. L'ostacolo maggiore è rappresentato dal "teismo" in tutte le sue forme (politeismo, monoteismo, panteismo), che vincola l'uomo a presunte leggi divine o di natura ritenute erroneamente immutabili.