«Le parole sono importanti!»: ha ragione Michele Apicella, l'onorevole pallanuotista nato dalla fantasia di Nanni Moretti. Non solo: le parole contano e si possono contare, come se fossero dati, per misurare concetti complessi, quali l'ideologia e il populismo. Nel libro si fa ricorso a metodi statistici, computazionali e di text analysis per districare la rete della comunicazione dei partiti e dei politici italiani su Facebook e Twitter, dalle elezioni europee del 2019 alle politiche del 2022. Queste tecniche permettono di indagare - in modo sistematico, trasparente e replicabile - le connessioni tra i politici, di cogliere i temi e le coloriture emotive dei loro post, di analizzare il loro ricorso alla retorica populista e gli effetti da questa prodotti sugli utenti-elettori. Infine - visto che anche la parola "populismo" è importante -, gli autori provano a sfatare "le dieci bugie sul populismo" per aiutare il lettore a non cadere nell'errore di attribuirgli la colpa di tutti i mali del nostro sistema politico e di definire tutto - e quindi niente - "populista".