Il fenomeno mobbing ha assunto in Italia, in connessione con la crisi economica ed occupazionale, dimensioni e tipologie di preoccupante ampiezza. Sfornito di una propria autonomia normativa e strutturale, il mobbing difetta persino di una sua definizione precettiva o regolamentazione giuridica nell'ambito dell'ordinamento vigente. Per colmare questa lacuna normativa, la giurisprudenza di merito e di legittimità, sia in ambito penale che in quello civile, ha individuato nelle condotte mobbizzanti profili sanzionatori prevalentemente di natura risarcitoria, per un verso comminando sanzioni penali, proprie di fattispecie penali "contigue" al fenomeno mobbing (stalking, maltrattamenti etc) dall'altro, attraverso l'utilizzo di un duplice "strumento" normativo (l'art. 2087 c.c., in combinato disposto con l'art. 32 Cost.; e/o l'art. 2043 c.c.) dal quale emerge un profilo duplice di responsabilità (contrattuale e/o extracontrattuale). È apparso necessario quindi, in assenza di un precetto normativo ritualmente codificato, l'intervento della giurisprudenza di merito e di legittimità al fine di arginare l'incessante fenomeno. Questo volume offre una riflessione d'insieme sui pregi e i limiti del diritto giurisprudenziale in tema di mobbing, ha inoltre l'ambizioso fine d'introdurre il lettore allo studio del fenomeno definito "di moda" non codificato e il danno connesso a tale fenomeno, per questa ragione la metodologia è improntata sulla semplicità.