Analisi sulla disabilità e sulla queerness ormai sono al centro del dibattito in ogni società. Entrambi i campi di studio si occupano d'altra parte di corpi, piaceri e identità, eppure il modo in cui questi due ambiti disciplinari si intrecciano e si scambiano informazioni è ancora tutto da scoprire. Attingendo alla teoria femminista, alle teorie culturali afroamericane e latinoamericane, alla narrazione letteraria, cinematografica e televisiva, alle teorie della globalizzazione e della contro-globalizzazione, Robert McRuer articola i temi centrali della "crip theory" e considera l'impatto di tale prospettiva critica sugli sviluppi storici e culturali delle discipline umanistiche. "Teoria Crip" non è solo un manifesto teorico: nelle riflessioni si innestano i racconti, come la storia di Sharon Kowalski, a cui dopo un incidente stradale che la lasciò in uno stato di grave disabilità venne impedito di vivere insieme alla sua compagna, del performance artist Bob Flanagan, che indagava il rapporto tra malattia e sadomasochismo, dei diari di Gary Fisher, l'intima testimonianza di un giovane gay afroamericano durante la crisi dell'AIDS, e tanto altro. Più interessato a porre domande che a trovare risposte, McRuer sceglie una strada pericolosa, determinato a scuotere il sistema dalle fondamenta. Esamina come sono composte le identità corporee e sessuali dominanti e marginali, e le modalità in cui la disabilità e la stranezza sconvolgono e riscrivono le identità per ricordarci che un altro mondo è possibile. Prefazioni di Michael Bérubé e Mara Pieri.