La pandemia ha confermato che la biopolitica è una forma essenziale della politica dominante. Essa tuttavia non ne è il "paradigma", ma è parte di un insieme di tecniche di governo, in cui il primato della razionalità economica s'intreccia con la pervasività delle pratiche biomediche. Questo libro discute l'idea che una vocazione biopolitica segni fin dalle origini la nostra civiltà e riporta la biopolitica al suo legame con la modernità, alle mutazioni che essa subisce con il variare delle forme di governo e, in particolare, con l'egemonia della cultura liberale e neoliberale. Esso, infine, mostra i fallimenti cui la biopolitica sembra destinata di fronte a problemi come la crisi ecologica e i contagi planetari che ne possono derivare.