Quasi abbracciati e mano nella mano, uccisi entrambi da colpi di pistola alla testa. Furono trovati così, il 31 ottobre 1980, sotto un pino marittimo nella Vigna del Principe a Giarre, i corpi del venticinquenne Giorgio Agatino Giammona e del quindicenne Antonio Galatola, detto Toni. Per tutti, in paese, le vittime erano i ziti - "i fidanzati" - e Giorgio veniva da tempo additato quale puppu cu bullu: un "frocio patentato", accusato di aver traviato un giovane innocente. Ma a rendere inaccettabile quella relazione era, in realtà, solo l'orientamento sessuale dei due, e non a caso le indagini si infransero contro un muro di silenzio e tra molti punti oscuri. La vicenda scosse però fortemente l'opinione pubblica, che fu portata per la prima volta a riconoscere l'esistenza della discriminazione verso le persone omosessuali. E poco più di un mese dopo veniva costituito a Palermo il primo nucleo di Arcigay, la più importante associazione LGBT+ italiana. Attraverso l'attenta ricostruzione del delitto - alla luce di articoli e testimonianze - Francesco Lepore racconta quattro decenni di battaglie e rivendicazioni del movimento LGBT+ italiano.