Perché le malattie mentali sono più diffuse in Gran Bretagna che in Germania? Perché gli americani tendono a sviluppare la dipendenza dal gioco tre volte più dei danesi? Perché il benessere infantile è inferiore in Nuova Zelanda rispetto al Giappone? Uno studio sconvolgente dimostra che la risposta a tutte queste domande è la disuguaglianza. Sono passati dieci anni dalla "Misura dell'anima", la rivoluzionaria ricerca con cui Richard Wilkinson e Kate Pickett spiegarono che gli abitanti delle società con le più grosse sperequazioni dei redditi tra ricchi e poveri hanno maggiori probabilità di soffrire di problemi sanitari e sociali rispetto a quanti vivono nelle società più eque. Oggi il mondo è cambiato e gli effetti dell'iniquità sono sempre più profondi. La distanza che separa ricchi e poveri aumenta, la tendenza a valutare noi stessi e gli altri in termini di superiorità e inferiorità si diffonde. La condizione sociale è strettamente legata al livello di stress, all'ansia e alla depressione. L'equilibrio dell'anima si concentra sull'effetto che le condizioni materiali hanno su ciascuno di noi, sul modo in cui ci sentiamo e ci comportiamo, perché la disuguaglianza ha conseguenze psicologiche profonde. La disuguaglianza ci colpisce nell'anima.