Chi è lo straniero? E soprattutto, cosa significa essere straniero? Si tratta di interrogativi sempre più attuali: la paura, la diffidenza, infatti, sembrano attraversare e scuotere l'Europa, in questo nostro tempo in cui le appartenenze geografiche e identitarie sono sempre più soggette all'incontro con "l'altro", che spesso si trasforma in scontro. Julia Kristeva affronta tali domande alla loro radice più profonda. Questo volume è dedicato a chi vive la propria esistenza da straniero, ma anche a tutti coloro che degli stranieri non ne possono più, e infine a chi non può evitare di sentirsi straniero anche a casa propria. È dedicato al dolore, persino all'irritazione che spesso il confronto con l'altro porta con sé. In un percorso che dalle origini arriva sino alla contemporaneità, Julia Kristeva, che da bulgara naturalizzata francese ha vissuto sulla propria pelle l'esperienza di una tale "estraneità", passa in rassegna le principali posizioni assunte dalla cultura occidentale nei confronti dello straniero: i Greci, gli ebrei, san Paolo, Erasmo, Montesquieu, Diderot, Kant, fino a Camus e Nabokov. Nuova edizione accresciuta con un introduzione dell'autrice del 2014.