Questo libro tratta del tipo di gestione delle cose che sta prendendo corpo con l'avvento della cosiddetta "intelligenza artificiale", discutendone le radici storiche e le principali implicazioni sul piano sociale, politico e filosofico. L'avvento su larga scala di tecnologie dell'informazione la cui efficacia si amplifica costantemente attraverso l'"apprendimento automatico" si predispone alla gestione del processo d'involuzione implosiva di un nuovo capitalismo senza lavoro, e apre la transizione a un tipo di mondo segnato dall'esercizio di una peculiare forma di potere, in cui un numero crescente di attività e di funzionalità umane viene esternalizzata in dispositivi automatici che agiscono come tutori interconnessi, e il cui funzionamento ottimale richiede, in un senso preciso, il crescente allineamento dei comportamenti umani a schemi e protocolli prestabiliti. L'alternativa, si dice, è il caos e l'estinzione, ma tale esito è non di meno inevitabile se non saremo in grado di attivare percorsi politico-culturali che abbiano al centro il pieno dispiegamento delle facoltà umane.