Scritto poco dopo la Prima guerra mondiale e ripubblicato appena dopo la Seconda, in anni lontanissimi, ma la lucidità della sua analisi rimane più attuale che mai, anzi, l'epoca contemporanea ha portato alle estreme conseguenze i problemi dai quali l'autore metteva in guardia: «La caratteristica più visibile dell'epoca moderna: bisogno di agitazione incessante, di continuo cambiamento, di velocità che aumenta senza sosta come quella con cui si svolgono gli avvenimenti stessi. È la dispersione nella molteplicità, e in una molteplicità che non è più unificata dalla coscienza di alcun principio superiore; è, nella vita corrente come nelle concezioni scientifiche, l'analisi spinta all'estremo, la frammentazione indefinita, una vera e propria disgregazione dell'attività umana a tutti i livelli in cui si può ancora attuare; da qui deriva l'inettitudine alla sintesi, l'impossibilità di qualsiasi concentrazione, così lampante agli occhi degli orientali.