A tanti anni dalla prima edizione, andata in stampa nel 1991, e dalla riedizione del 1994, "Spirit of '69. A skinhead bible" continua a essere uno tra i testi più esaurienti e attendibili sulla storia della sottocultura skinhead, considerata in tutte le sue incarnazioni stilistiche, musicali e politiche. Redatto da un protagonista della scena, in grado di affrontare l'argomento in modo obiettivo e documentato, "Spirit of '69" rievoca la storia skinhead a partire dalla sua emersione dall'ala dura del modernismo, nella seconda metà degli anni '60, passando per le contaminazioni di matrice ska, reggae e soul e, nel corso degli anni '70, per la politicizzazione - sia a destra che, per riflesso, a sinistra - di alcuni suoi ambiti, che poi proseguì negli anni '80 con la scena white power da un lato, e quella più tradizionalista, e talvolta apertamente di sinistra, dall'altro. Qualsiasi opinione si abbia del libro - che è stato criticato da alcuni, e adottato come una vera e propria "Bibbia" da altri - è difficile mettere in discussione la sua rilevanza, tanto che negli anni è stato tradotto in francese, portoghese, polacco, tedesco e ora, finalmente, anche in italiano.