Nella nostra epoca, per tanti e complessi motivi, abbiamo assistito ad "svalutazione" del lavoro manuale e, per uno degli strani giochi che la storia sa determinare nel suo andamento dialettico, ad una necessità, invece, di rivalutare la particolarità di prodotti non seriali e ripetitivi. Atmosfere, impressioni in una serie di spazi urbani in cui prende vita l'incontro, lo scambio e il rapporto intorno ad attività che assumono un valore centrale per definire le esistenze di chi si immerge nella propria attività lavorativa. Il passato, il presente e il futuro si incrociano intorno alla definizione del lavoro "ben fatto", sempre nettamente distinto da un lavoro fatto in maniera approssimativa e sofferta. La tradizione e l'innovazione si sposano nel desiderio di svolgere al meglio il mestiere che si annida nelle mani di abili artigiani. Il libro contiene in sé anche un necessario rimando alla nostra Costituzione: la democrazia ha trovato proprio nel lavoro il collante necessario a tenere insieme le diverse tradizioni culturali e politiche sulle quali poggia la nostra Repubblica. Un viaggio che ci aiuta a riflettere sul lavoro come punto di intersezione fra la realizzazione.