Paulo Freire è una figura di spicco nel pensiero pedagogico mondiale. Arrestato nel 1964 per la sua attività educativa considerata "sovversiva" dal regime brasiliano, in carcere inizia a scrivere il suo primo importante lavoro, che terminerà soltanto in esilio in Cile: "L'educazione come pratica della libertà". In questo testo, Freire delinea una visione globale delle sue idee pedagogiche e del suo metodo educativo sviluppati sul campo. Egli teorizza una "pedagogia della libertà" pensata per mobilitare le coscienze della popolazione povera all'interno di un sistema sociale basato su oppressione e diseguaglianze. L'idea di libertà acquisisce per Freire un pieno significato solo quando si identifica con la lotta concreta degli uomini per la liberazione. Essa deve nascere da un circolo di cultura, la scuola, che permetta il dialogo e la costruzione di un nuovo vocabolario condiviso e di pratiche sociali critiche contro il conformismo e la dominazione. Questo testo è dunque per Freire il punto di partenza per la sua "pedagogia degli oppressi" ed è un libro fondamentale che ha dato avvio ai movimenti di educazione popolare e alle lotte contro la sottomissione di milioni di persone.