Dalla sperimentazione del dolore fisico e dal sospetto che la medicina scientifica abbia trascurato il paziente, inizia un viaggio in Appennino sulle tracce di chi ancora guarisce attraverso gesti, simboli e parole. Si rivela così un mondo in cui ammalato e guaritrice condividono la visione di un universo regolato da leggi che accomunano tutti. Le guaritrici hanno mantenuto una visione magica del male che va convinto a uscire dal corpo dopo essere stato incantato, addomesticato con le parole. Generazione dopo generazione, si preserva la virtù, quella faticosa predisposizione alla cura che non prevede ricompense. "Segnare" è un privilegio e una maledizione; occorre essere sempre disponibili, andare a recuperare l'ammalato persino sulla luna.