Un viaggio può essere semplicemente l'andare da un luogo a un altro. In alcuni casi, però, diventa metafora di trasformazione, scoperta, confronto. In "Chiamiamoli vigliacchi" accade esattamente questo: un viaggio in treno diventa una lunga riflessione su un tema purtroppo ancora tragicamente attuale, la violenza di genere. Attraverso la voce della giovane protagonista e dei suoi compagni di viaggio, i binari diventano i margini di pagine sulle quali raccontare storie, aneddoti, riflessioni su una problematica che coinvolge tutti: donne, uomini, giovani, adulti, benestanti e non. "Chiamiamoli vigliacchi" è un viaggio la cui destinazione è la consapevolezza.